Test Pratico

  • Il test pratico, che non ha la funzione di individuare una situazione di crisi (non è un indicatore della crisi), consente all’imprenditore di valutare in che misura sia ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa e, nel contempo, aiuta l’esperto a comprendere se vi sono concrete prospettive di risanamento. Il test consente di misurare il grado di difficoltà del percorso che l’imprenditore dovrà affrontare per il risanamento e in che misura il successo dell’operazione dipende dall’adozione di iniziative in discontinuità rispetto al passato. La valutazione della complessità del risanamento è svolta attraverso il rapporto tra l’entità del debito che deve essere ristrutturato e quella dei flussi finanziari liberi che possono essere posti annualmente al suo servizio. Esso consente di individuare le grandezze e le relative componenti sulle quali occorre intervenire e di comprendere l’intensità che l’intervento dovrà avere. Per svolgere il test senza ancora disporre di un piano industriale, ci si può limitare ad esaminare l’indebitamento e i dati dell’andamento economico attuale depurando quest’ultimo dagli effetti di circostanze straordinarie e imprevedibili o di eventi non ricorrenti (come, ad esempio, effetti della pandemia o della guerra, contributi straordinari conseguiti, perdite non ricorrenti, ecc.). 

L’andamento economico è desunto dal budget dell’esercizio in corso oppure, in mancanza, dai dati dell’esercizio precedente, se la relativa chiusura non è anteriore di oltre sei mesi, o dalle stime della pre-chiusura dell’esercizio in corso, in caso di chiusura oltre il predetto termine di sei mesi. 

L’entità del debito che deve essere ristrutturato è pari a: 

a. debito scaduto ____________________ di cui relativo ad iscrizioni a ruolo ____________________

b. (più) debito riscadenziato o oggetto di moratorie ____________________ 

c. (più) linee di credito bancarie utilizzate delle quali non ci si attende il rinnovo ____________________ 

d. (più) rate di mutuo-finanziamento e canoni di leasing finanziario, in scadenza nei successivi 2 anni ____________________ 

e. (più) investimenti relativi alle iniziative industriali e di riorganizzazione del lavoro che si intendono adottare, dedotte le sovvenzioni e i contributi che l’imprenditore prevede di conseguire a fronte degli investimenti ________________________

f. (meno) ammontare delle risorse ritraibili dalla dismissione di cespiti (immobili, partecipazioni, impianti e macchinario) o rami di azienda compatibili con il fabbisogno industriale ____________________ 

g. (meno) disponibilità finanziarie, nuovi conferimenti e finanziamenti, anche postergati, previsti ____________________ 

h. (meno) stima dell’eventuale margine operativo netto negativo nel primo anno, comprensivo dei componenti non ricorrenti ____________________ 

TOTALE [A]____________________ 

Tale debito, nel caso in cui si ritenga ragionevole ottenere uno stralcio di parte di esso, può essere figurativamente ridotto, ai soli fini della conduzione del test, dell’ammontare di tale stralcio. 

I flussi annui al servizio del debito che la gestione dell’impresa è mediamente in grado di generare a regime, prescindendo dalle eventuali iniziative industriali, sono pari a: 

a. stima del Margine Operativo Lordo prospettico normalizzato annuo, prima delle componenti non ricorrenti, a regime ____________________ 

b. (meno) investimenti di mantenimento annui a regime ____________________ 

c. (meno) imposte sul reddito annue che dovranno essere assolte ____________________ 

TOTALE [B] ____________________ 

Se l’impresa è prospetticamente in equilibrio economico, e cioè presenta, a decorrere almeno dal secondo anno, flussi annui di cui a [B] superiori a zero e destinati a replicarsi nel tempo, il grado di difficoltà del risanamento è determinato dal risultato del rapporto tra il debito che deve essere ristrutturato [A] e l’ammontare annuo dei flussi al servizio del debito [B]. Il risultato del rapporto fornisce una prima indicazione di massima: 

a. del numero degli anni per estinguere la posizione debitoria;

b. del volume delle esposizioni debitorie che necessitano di ristrutturazione;

c. dell’entità degli eventuali stralci del debito o conversione in equity. 

In particolare: 

  • un rapporto non superiore all’unità è indice di difficoltà contenute; le difficoltà crescono al crescere del rapporto ma restano contenute fino ad un certo livello, che, in assenza di particolari specificità, non è superiore a 3. In tal caso, l’andamento corrente dell’impresa può essere sufficiente ad individuare il percorso di risanamento; 
  • quando il rapporto supera il predetto livello il risanamento dipende dall’efficacia e dall’esito delle iniziative industriali che si intendono adottare;
  • superato un ulteriore livello, che, in assenza di particolari specificità, è pari a 5, la presenza di un margine operativo lordo positivo potrebbe non bastare a consentire il risanamento dell’impresa e potrebbe rendersi necessaria la cessione dell’azienda o di rami di essa; 
  • se, invece, l’impresa si presenta in disequilibrio economico a regime, le iniziative in discontinuità rispetto alla normale conduzione dell’impresa (ad esempio, interventi sui processi produttivi, modifiche del modello di business, aggregazioni con altre imprese, cessazione di rami d’azienda, oppure cessione dell’azienda o di rami di essa) sono necessarie.

Se i flussi al servizio del debito generati dalla gestione sono sufficienti a consentirne la sostenibilità, la formulazione delle proposte ai creditori può essere effettuata sulla sola base dell’andamento corrente e la redazione del piano d’impresa assume minore rilevanza. 

Nel caso in cui il risanamento dipenda dall’efficacia e dall’esito delle iniziative industriali, assume precipua rilevanza il piano d’impresa per il quale nella check-list sono state recepite le migliori pratiche di redazione dei piani, ferma la necessità che l’esperto, nell’esaminare il piano, tenga sempre conto di tutte le variabili che vi incidono. 

Se la continuità aziendale può essere perseguita solo in via indiretta occorre stimare le risorse realizzabili attraverso la cessione dell’azienda o di rami di essa e compararle con il debito che deve essere servito per comprendere la praticabilità del risanamento.